Il 26 maggio 2023 si è svolta, a Palazzo Borromeo, la presentazione del libro “Papi e media. Redazione e ricezione dei documenti di Pio XI e Pio XII su cinema, radio e tv” (Ed. Il Mulino) a cura di Mons. Dario Edoardo Viganò, Presidente della Fondazione MAC (Memorie Audiovisive del Cattolicesimo) e del Centro di ricerca CAST (Catholicism and Audiovisual Studies) presso l’Università Telematica internazionale UniNettuno.
La presentazione del libro è stata l’occasione per riflettere sul complesso rapporto tra i Chiesa e media con uno sguardo ai pontificati di Pio XI e Pio XII, anni che coincisero con l’avvento di nuovi strumenti di comunicazioni di massa quali la radio, la televisione e, soprattutto, il cinema. Il libro riunisce l’analisi di cinque importanti documenti pontifici, l’enciclica “Vigilanti Cura” di Pio XI (1936), l’esortazione apostolica “I rapidi progressi” di Pio XII (1954), i due “Discorsi sul film ideale” pronunciati da Pio XII il 21 giugno e il 28 ottobre del 1955 e infine l’enciclica “Miranda Prorsus”, promulgata da Pio XII nel 1957.
Dopo il consueto saluto istituzionale dell’Ambasciatore Francesco Di Nitto, sono intervenuti il Prof. Gennaro Sangiuliano, Ministro della Cultura e il Card. Segretario di Stato Pietro Parolin. L’incontro è stato moderato da Giovanna Pancheri, giornalista e anchor di Sky TG24.
Il Ministro della Cultura Prof. Gennaro Sangiuliano ha evidenziato che “questa ricerca non si limita a ricostruire i processi redazionali di alcuni dei più importanti documenti del Magistero pontificio sui media, ma si spinge oltre fornendo un quadro originale su quel complesso di sfide, suggestioni, criticità e sollecitazioni che l’affermarsi dei mass media ha lanciato alla Chiesa”. Dai saggi raccolti in questo volume emerge abbastanza chiaramente come il rapporto tra la Chiesa e i media abbia influenzato nel corso del tempo e con efficacia differente parte dell’opinione pubblica del Paese e larghe fasce di popolazione che si rifacevano al messaggio cristiano. Il cinema, in particolare, ha avuto un ruolo centrale in questo senso anche perché – ha precisato il Ministro – “dagli anni Cinquanta si sono moltiplicate le sale cinematografiche parrocchiali su tutto il territorio nazionale assumendo un importante ruolo di diffusione culturale e di aggregazione”. Ancora oggi Papa Francesco, in una recente intervista rilasciata a Mons. Viganò, ha ribadito la necessità di intendere il cinema come un grande strumento di aggregazione che “ha contribuito, in momenti difficili della storia nazionale, a ricostituire il tessuto sociale e a costruire un senso di comunità”.
L’intervento del Card. Segretario di Stato Pietro Parolin ha evidenziato il progressivo passaggio, testimoniato anche nel libro, da una cauta vigilanza nei confronti di quello che appariva come un potente veicolo di suggestioni in contrasto con i dettami del cattolicesimo, ad una strategia propositiva verso il cinema e gli altri media, tesa ad adeguare il messaggio della Chiesa ad una società in rapido mutamento. In particolare il Card. Parolin ha voluto ricordare la volontà di Pio XI, a partire dall’Enciclica “Vigilanti Cura”, di promuovere il cinema come “mezzo di apostolato e di trasmissione della fede”. Si trattò, in altri termini, di un modo per prepararsi adeguatamente alla “sfida culturale, sociale, politica, geopolitica e georeligiosa” imposta dal rapido sviluppo del medium per eccellenza della nuova cultura di massa e di dare “una risposta con cui tentare di porre il cinema al servizio” di un nuovo protagonismo globale della Chiesa. Altrettanto vasta e complessa appare poi la problematica legata alla rapida diffusione del mezzo televisivo negli anni Cinquanta. Anche nei suoi due “Discorsi sul film ideale”, il Pontefice dimostra di avere un’adeguata consapevolezza del potere pervasivo del cinema all’interno dei diversi strati della società e in particolare della sua influenza sul comportamento dei giovani, staccandosi però dall’atteggiamento più cauto tenuto nella “Vigilanti Cura” e indicando come primario dovere di un film quello di “ammaestrare, dilettare, spandere nobile gioia e piacere, perché lo spettatore potesse uscire dalla sala più lieto, più libero e, nell’intimo, migliore di quando vi era entrato”. Infine l’Enciclica “Miranda Prorsus” (analizzata dallo stesso Mons. Viganò), dedicata al cinema, alla televisione e alla radio, rappresenta in qualche modo la fine di un atteggiamento meramente prescrittivo della Chiesa nei confronti dei mass media e dimostra quanto Pio XII e la stessa Chiesa fossero oramai coscienti della necessità di trovare nuove forme di presenza e di apostolato in un mondo sempre più moderno e mediatico.
Prendendo la parola a conclusione dell’evento, Mons. Edoardo Viganò ha voluto ricordare il grande impulso fornito dal centro di ricerca CAST, sorto proprio con l’intento di rafforzare il campo di studio sul rapporto tra cattolicesimo e audiovisivo in una prospettiva internazionale e interdisciplinare. Inoltre, ha voluto ricordare la costituzione, nel marzo 2023, della Fondazione MAC per “rispondere all’urgenza culturale del recupero, della preservazione e della valorizzazione del patrimonio storico audiovisivo e di quello documentale ad esso collegato relativo al cattolicesimo”. È da questo quadro così ricostruito e che unisce studio, ricerca, collaborazioni e progetti in corso che è scaturita l’idea di questo volume il cui merito maggiore – ha sottolineato Viganò – consiste in un nuovo approccio storico-critico che chiarisce l’evoluzione coerente dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso i media.