Martedì 27 giugno si è svolta, a Palazzo Borromeo, la presentazione del libro “Cercando un Paese innocente. La pace possibile in un mondo in frantumi” (Città Nuove Edizioni) dell’Ambasciatore Pasquale Ferrara, Direttore Generale per gli Affari Politici e di Sicurezza presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
All’evento, aperto dal saluto dell’Ambasciatore Francesco Di Nitto, sono intervenuti: l’On. Antonio Tajani, Vicepresidente del Consiglio dei Ministri e Ministro degli Affari Esteri, P. Antonio Spadaro, S.J.,Direttore de “La Civiltà Cattolica” e, infine, l’autore. L’incontro è stato moderato da Giovanna Pancheri, giornalista e anchor di Sky TG24.
Padre Antonio Spadaro, nel suo intervento, ha posto l’accento su alcuni aspetti peculiari del libro dell’Ambasciatore Ferrara, primo fra tutti il tema della riconfigurazione dell’ordine mondiale e delle sfide che vengono poste alla nostra capacità di comprendere il mondo di oggi. Molto apprezzata è anche la ricerca, da parte dell’autore, di una chiave di lettura nell’ambito di un linguaggio nuovo, più espressivo-creativo, affiancato a quello dell’analisi. Un’esigenza colta anche da Papa Francesco, che ha più volte sottolineato l’esigenza di un linguaggio nuovo (1). Il libro risuona, inoltre, dell’eco del messaggio dei Pontefici – secondo P. Spadaro – e pone il concetto di pace al centro del suo discorso. La prospettiva non è quella di un “pacifismo ideologico”, ma di saper gestire il conflitto esistente. Padre Spadaro ha poi concluso soffermandosi sulle recenti missioni di pace del Santo Padre – che in quanto tali non sono mediazioni politiche – volte a continuare quella “diplomazia sartoriale”, tipica della Santa Sede, fortemente impegnata a comprendere le radici profonde dei conflitti per far sì che possa esservi il più alto livello di mediazione possibile. Per Papa Francesco, inoltre, la pace è un concetto complesso: essa non è un obiettivo da raggiungere, ma è solo il primo passo, la condizione affinché si avviino processi di sviluppo e di superamento delle ingiustizie.
È poi intervenuto l’On. Antonio Tajani il quale, soffermandosi anche su un’analisi dell’attualità della politica internazionale, ha voluto evidenziare tre aspetti fondamentali che, a suo parere, emergono dal libro e che richiamano tre brocardi in latino: si vis pacem para bellum, pacta sunt servanda e dulce bellum inexpertis. Il libro ha il merito, secondo il Ministro, di fornire delle speranze per il futuro e di credere nella possibilità di trovare accordi senza essere costretti ad usare la forza o la violenza delle armi. Inoltre, un filo conduttore rintracciabile nell’opera è costituito dal continuo riferimento, seppur implicito, ai valori ispirati al Cristianesimo. Il Ministro ha poi ricordato gli sforzi della diplomazia pontificia e anche di quella italiana nella risoluzione della crisi ucraina e i recenti interventi in ambito umanitario. In conclusione, egli ha ribadito l’importanza di tenere “sempre aperte delle vie diplomatiche” e la necessità di una maggiore unità all’interno delle Nazioni Unite per evitare il sorgere di nuovi conflitti fra Stati.
In conclusione è intervenuto l’Ambasciatore Pasquale Ferrara, il quale si è soffermato sul concetto di pace trattato nel libro. Una pace non da considerarsi impossibile, utopica, ma, al contrario, che sappia tracciare strade attraverso cui è possibile realizzare degli avanzamenti anche in relazione al conflitto attuale in Ucraina. Un pacifismo realista, ma che tenga sempre in mente “la realizzazione più alta che si può ottenere dalla politica, che è quella della convivenza della famiglia umana universale”. Per fare ciò sarebbe auspicabile abbandonare i concetti tipici della Guerra fredda, come “deterrenza”, sostituendoli con altri, come “coesistenza pacifica”, da attuare anche con quei cosiddetti “regimi ibridi” attraverso il dialogo e la ricerca di terreni comuni nel quadro delle istituzioni multilaterali.
È possibile rivedere la diretta streaming dell’evento cliccando qui.
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(1) Papa Francesco: dalla prefazione del libro “Una trama divina. Gesù in controcampo”
Oggi risuona nel mondo un’«eco di piombo», per usare un’espressione del poeta gesuita Gerard Manley Hopkins. Faccio un appello: in questo tempo di crisi dell’ordine mondiale, di guerra e grandi polarizzazioni, di paradigmi rigidi, di gravi sfide a livello climatico ed economico abbiamo bisogno della genialità di un linguaggio nuovo, di storie e immagini potenti, di scrittori, poeti, artisti capaci di gridare al mondo il messaggio evangelico, di farci vedere Gesù.