In occasione della LVII Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali, l’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede ha organizzato, martedì 16 maggio 2023 alle ore 17 a Palazzo Borromeo, la presentazione del libro “La Chiesa nel digitale” (Tau editrice), curato da Fabio Bolzetta e promosso dall’Associazione dei WebCattolici Italiani (WECA) che, con l’occasione, ha celebrato i venti anni di fondazione.
La presentazione del libro è stata l’occasione per riflettere sul rapporto tra Chiesa e mondo digitale, sottolineando le sfide, ma anche le opportunità, rappresentate dalla comunicazione digitale per la comunità cristiana. È stata effettuata una lunga disamina sulle potenzialità che il digitale contiene affinché il messaggio evangelico possa rappresentare un segno di speranza in grado di arrivare anche alle “periferie esistenziali” verso cui la Chiesa deve rinnovare il suo “slancio missionario”.
La sessione, moderata da Cecilia Seppia, giornalista di Vatican news, è stata aperta dall’Ambasciatore Francesco Di Nitto, il quale ha sottolineato che: “La nostra società è ormai immersa nel digitale, con esso dobbiamo fare i conti, poiché la rete può essere usata tanto bene quanto male e questo ci chiama, soprattutto da cristiani, a sfruttare al meglio tutte le sue potenzialità per scopi nobili”.
Sono intervenuti poi il Prof. Don Mauro Mantovani, Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Mons. Fabio Fabene, Segretario del Dicastero delle Cause dei Santi; Mons. Lucio Adrian Ruiz, Segretario del Dicastero per la Comunicazione; Don Gianluca Marchetti, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana e Don Sergio Massironi, Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
Citando il tema della Giornata mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest’anno, “Parlare col cuore. Secondo verità nella carità”, il Prof. Don Mauro Mantovani si è soffermato sul concetto di nuovo umanesimo relazionale che traspare dal libro. «Il libro – ha spiegato – pone la questione di fondo di come parlare di Dio, veicolare il Vangelo con le nuove tecnologie, pur rimanendo in una concezione culturale, spirituale e antropologica».
Secondo Mons. Fabio Fabene, nel libro emerge la nuova consapevolezza che la Chiesa debba far propri gli strumenti digitali per la sua missione e trasmettere il messaggio evangelico. Ha citato l’esempio del beato Carlo Acutis, spesso definito “un genio dell’informatica”. L’intuizione apostolica di portare il messaggio di Cristo attraverso i canali social, ha fatto di Carlo un pioniere perché ha precorso i tempi nell’utilizzo del web.
C’è dunque «bisogno di cuore, di amore, anche nel digitale» il monito di Mons. Lucio Adrian Ruiz, che ha poi citato le «periferie esistenziali» verso cui la Chiesa deve avere “il suo slancio missionario” tramite percorsi e strade del mondo digitale, terra di missione utile per promuovere l’annuncio e l’esperienza di Cristo. Il percorso proposto nel libro, a suo avviso, consente di chiamare il mondo digitale non solo come strumento, ma come “un’arena in cui testimoniare la bellezza della fede cristiana”. Infine, quest’opera, secondo Ruiz, “apre al mondo del pensiero e ci fa addentrare nel magistero di Papa Francesco”.
“Come Chiesa – ha sottolineato il Sottosegretario CEI, Don Gianluca Marchetti – abbiamo più volte indagato e scrutato questo mondo, ma oggi ci troviamo davanti alla sfida di caricarci delle responsabilità che ci chiede il digitale”. Per il Sottosegretario, infatti, un altro tema da mettere al centro è quello della tutela di chi abita le nuove tecnologie, soprattutto i minori. “Pensiamo agli abusi, anche sessuali, alla violenza, alla tutela della riservatezza, ma anche alla capacità di attendere, rispettare gli altri e usare i termini corretti, soprattutto nei social”. C’è dunque un confine tra i due opposti eccessi di “demonizzare le nuove tecnologie e accettarle tout court” che è rappresentato da un equilibro di “sana educazione, formazione”.
Nel suo intervento, Don Sergio Massironi si è interrogato su come conservare “uno sguardo umano, sensibile, cristiano in un ambiente virtuale che quasi sembra immune all’empatia”. La probabile, ma non scontata, risposta, secondo lui è da ricercare “nella forte componente di ascolto che permea tutto il libro: i vari capitoli, a mano a mano, spiegano non solo come usare determinati strumenti, ma anche come accostarsi al prossimo”. Il volume “La Chiesa nel digitale” è una naturale conseguenza, secondo il relatore, della Chiesa del Concilio Vaticano II, poiché “fa un grande sforzo nel tenere conto di tutti i soggetti di cui la Chiesa è composta”.
In conclusione, è intervenuto Fabio Bolzetta, curatore del volume e Presidente di WECA, il quale ha voluto focalizzarsi e inviare un pensiero a una categoria che pensiamo non esista in rete, ma invece è drammaticamente presente: gli “invisibili” ovvero chi non ha le adeguate competenze o addirittura non possiede ancora gli strumenti tecnologici adeguati per accedere al digitale. Secondo l’autore, “la Chiesa, che vuole abitare un mondo così complesso ma allo stesso tempo così proiettato verso il futuro, non si può permettere di escludere nessuno”.